Note di biografia gramsciana, e sulle vittime italiane delle epurazioni staliniane
Antonio Gramsci Jr.
La Russia di mio nonno
L'album familiare degli Schucht
a cura della Fondazione Istituto Gramsci
Prefazione di Giuseppe Vacca
Nuova Iniziativa Editoriale s.p.a., Roma, 2008
(edizione speciale abbinata al quotidiano l'Unità)
I miei nonni nella rivoluzione
Gli Schucht e Gramsci
in collaborazioe con la Fondazione Istituto Gramsci
Introduzione di Giuseppe Vacca
Edizioni Riformiste sc, Roma, 2010
La storia di una famiglia rivoluzionaria
Antonio Gramsci e gli Schucht tra la Russia e l'Italia
Introduzione di Raul Mordenti
Editori Riuniti university press, Roma, 2014
(riedizione con modifiche e nuovi acquisizioni del testo del 2010)
Nell'insieme, i tre libri di Antonio Gramsci Jr., nipote di Antonio Gramsci, sono una lettura assai utile per ricostruire il quadro familiare della famiglia Schucht, dal bisnonno Apollon Schucht (1861-1933), bolscevico aristocratico di origini tedesche, alle tre sorelle Tatiana (1887-1943), Eugenia (1889-1972) e Giulia (1896-1980), che ebbero come ben noto ruoli importanti nella vicenda umana di Gramsci, e a Giuliano, il padre dell'autore, secondogenito di Antonio Gramsci, e orfano di fatto, che il padre prigioniero in Italia mai potè incontrarlo.
Tra le varie annotazioni storiche, trova conferma la familiarità di Eugenia con la moglie di Lenin, Nadežda Krupskaja, e viene ricostruita anche la precedente frequentazione della famiglia Schucht con quella di Lenin. È pubblicata una breve corrispondenza tra la Krupskaja ed Eugenia, di quando questa patì una forma morbosa che la costrinse, nei primi anni '20, a letto per diversi anni. Antonio Jr. discute se le vicende successive alla morte di Lenin poterono mettere in disgrazia chi avesse avuto contatti con la Krupskaja, ipotesi da confrontare con la sostanziale immunità da possibili sospetti e discriminazioni di cui Eugenia mi sembra abbia goduto per tutta la vita. Antonio Jr. cita anche da una autobiografia di Eugenia, conservata capisco nella carte di famiglia, e che forse avrebbe potuto pubblicare integralmente.
Altro documento assai interessante una lettera di Tatiana Schucht, datata 12 luglio 1939, quando era appena tornata in URSS, indirizzata a Vladimir Potemkin, che era stato Ambasciatore dell'URSS in Italia ed era allora a Mosca ai vertici del Commissariato per gli affari esteri, in cui -per sollecitare una sua pratica di lavoro- Tatiana elenca i suoi impieghi segretariali, prima presso la rappresentanza commerciale dell'URSS a Milano e poi sopratutto presso l'Ambasciata sovietica a Roma: traduttrice per l'addetto della NKVD e poi -nell'ultimo anno e mezzo, cioè dopo la morte di Gramsci- per l'addetto militare. Trova conferma così, io credo, quanto la vicenda Gramsci potesse essere e fu seguita da vicino, in particolare negli ultimi anni, dal personale dell'Ambasciata sovietica a Roma.
Scritti evidentemente per mettere ordine nei propri ricordi familiari, dispersi nella memoria di conversazioni tra parenti e in qualche carta conservata per lungo tempo in casa, i testi di Antonio Jr. costituiscono una biografia di famiglia scritta forse senza tutte le attenzioni della storiografia accademica, ma con sincerità, priva di retorica agiografica o di forzature su come ricostruire questa o quella circostanza. Senza infingimenti, Antonio Jr. racconta della fragilità di Giulia, della diversa morbosità di Eugenia verso i figli di Gramsci Delio e Giuliano, della difficoltà di Tatiana a reinserirsi nella difficile vita moscovita alla fine degli anni trenta, delle ingenuità politiche del padre. Nell'insieme un contributo ammirevole e molto umano.
Una avvertenza. Nella prefazione del primo dei volumi, del 2008, Giuseppe Vacca, allora Presidente della Fondazione Istituto Gramsci, afferma in modo piuttosto perentorio una ricostruzione possibile ma io credo niente affatto sicura della volontà di Gramsci di espatriare verso l'URSS, appena ottenutane la possibilità, e questo anche contro una "leggenda familiare" di una volontà invece di ritirarsi in Sardegna. Si tratta, io credo, di questione ancora controversa. Vacca considera evidenza definitiva il contenuto di una corrispondenza del 1936/1937 tra le sorelle Schucht -Tatiana, in Roma, ed Eugenia, in Mosca- lettere conservate nel fondo familiare Schucht e donate (in copia?) alla Fondazione Istituto Gramsci nella prima decade di questo millennio, ma non pubblicate integralmente, né da Vacca né credo ancora oggi. I brani che Vacca richiama non mi sembra siano peraltro così definitivi, considerando le molteplici cautele che doveva rispettare chi scriveva, forse anche quella di Tatiana di non rilevare completamente lo stato d'animo di Gramsci, e sopratutto la sua non piena consapevolezza circa la complessità della situazione di Gramsci e degli avvenimenti moscoviti di quegli anni. Antonio Jr. non si esprime sul punto, nemmeno nei testi successivi, e la nota biografica di Vacca nel volume del 2010 non torna sulla questione.
Antonio Jr. è figlio di Giuliano, il secondogenito di Antonio Gramsci, nasce a Mosca nel 1965, dove vive; laureato in biologia, è stato insegnante di botanica alla Università pedagogica di Mosca. Dal padre ha ereditato la vocazione musicale, è musicista e studioso di musica. Più recentemente ha dichiarato interessi nella divulgazione matematica.