Note di biografia gramsciana, e sulle vittime italiane delle epurazioni staliniane
Proposta di visita medica, gennaio-settembre 1932
Apparentemente è Tania che - sulla base di informazioni mediche inviategli da G. - chiede negli ultimi giorni del 1931, di propria iniziativa e senza informarne G., un parere medico al prof. Arcangeli. Tania ne scrive a Sraffa che la invita alla cautela, vedi lettera di Tania Schucht a Piero Sraffa del 1 gennaio 1932 e lettera di Piero Sraffa a Tania Schucht del 5 gennaio 1932. Abbiamo prova di uno scambio epistolare Sraffa-Togliatti nel mese di maggio (ma non credo sia conservata la lettera di Togliatti): Sraffa raccomanda un viaggio di Giulia in Italia, vedi la lettera di Piero Sraffa a Palmiro Togliatti del 4 maggio 1932. All'inizio dell'estate del 1932 Sraffa riprende l'idea di richiedere una "visita superiore", vedi in lettera di Piero Sraffa a Tania Schucht del 6 giugno 1932, forse in reazione al resoconto di Carlo Gramsci delle condizioni del fratello constatate non buone durante la visita a Turi del 14-17 maggio 1932. Apparentemente Tania prende l'iniziativa di chiedere una visita medica solo nel mese di Agosto, comunicandone l'intenzione a G. il 24 del mese, vedi in lettera di Tania Schucht a Antonio Gramsci, del 24 agosto 1932 (ma G. deve aver intuito o esserne stato informato, se alcuni giorni prima aveva chiesto a Tania di "di non prendere nessuna iniziativa che mi riguarda, senza avermene parlato e avere avuto il mio consenso", vedi lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht del 15 agosto 1932.), proposta che comunque G. accetta, almeno in linea di principio, vedi lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht del 29 agosto 1932. Dopo l'intervento di Sraffa -vedi le istruzioni in lettera di Piero Sraffa a Tania Schucht del 8 settembre 1932-, e un breve scambio con G. affettuoso -vedi lettere di Tania Schucht a Antonio Gramsci del 10 settembre 1932 e la risposta di G. del 12 settembre 1932-, ma senza il chiaro consenso di G., Tania presenta l'istanza per l'autorizzazione a una visita da parte di un medico di fiducia il 15 settembre 1932 (testo dell'istanza in lettera di Tania Schucht a Antonio Gramsci del 7 ottobre 1932).
Litigio Antonio Gramsci-Tania Schucht, settembre-ottobre 1932
Il giorno dopo averla presentata, Tania comunica a G., invero in tono burocratico ("dandomi la notizia quasi en passant" scriverà G.) : "per ciò che riguarda la visita del medico di fiducia, ho inoltrato un'istanza a nome mio e anche a nome di Giulia, e per suo incarico, perché sia autorizzata la visita a Turi del prof. Uberto Arcangeli, che ha già dato il suo consenso a recarsi a Turi per tale scopo", vedi lettera di Tania Schucht a Antonio Gramsci del 16 settembre 1932. A questa comunicazione G. risponde in tono dichiaratamente irato, e anche disperato, vedi lunga lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht del 19 settembre 1932, in particolare con il rimprovero che "anche per te sono un numero di matricola", ira che sembra superata già una settimana dopo, vedi lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht del 27 settembre 1932, a cui segue una lettera molto amara, e bella, vedi lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht del 3 ottobre 1932, poi, dopo aver ricevuto il testo dell'istanza inviata il 7 ottobre, una breve più serena, "l'ira mi è sbollita", ma dal tono ancora sostenuto, vedi lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht del 10 ottobre 1932.
Minaccia di separazione dalla moglie, novembre 1932
In una lunga, in parte ambigua e sicuramente sofferente lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht del 14 novembre 1932 G. annuncia la sua riflessione sull'opportunità di separarsi dalla moglie, ma in un qual modo affidando la decisione finale a Tania stessa. Sraffa, informato, istruisce Tania assolutamente di non assecondare G., e di inviare semmai la lettera di G. a Mosca, come "documento di un malato", solo per indurre il viaggio di Giulia in Italia, vedi lettera di Piero Sraffa a Tania Schucht del 27 novembre 1932. Nelle due settimana seguenti Tania risponde in modo affettuoso, ma del tutto interlocutorio. Circa un mese dopo G. le invia la molto discussa lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht del 5 dicembre 1932 in cui ritorna all'episodio delle lettera ricevuta Grieco durante il processo; nella lettera concede che "ormai penso che la mia lettera del 14 nov. [la proposta di separazione dalla moglie] rimarrà per ora senza conseguenze decisive". A conclusione di questi dubbi matrimoniali la lettera di Antonio Gramsci a Giulia Schucht del 30 gennaio 1933 dal tono affettuoso, e con richiesta di "massima franchezza". Per capire lo stato d’animo di G. si deve considerare che ai primi di novembre il fratello Carlo gli telegrafava di una infondara concessione dell’amnistia, creandogli non poco turbamento, vedi la lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht del 9 novembre 1932.
Scambio epistolare con Tania, fine anno 1932, primi giorni 1933
"Forse ti è stata comunicata la risposta alla tua istanza per la visita del prof. Arcangeli. Non me ne hai accennato, ma non vorrei che, annunziandomi una tua venuta a Turi, intendessi venire insieme con l'Arcangeli. Ti prego di seguire tassativamente le mie indicazioni. Non desidero assolutamente che il prof. Arcangeli venga a visitarmi in questo tempo. Desidero prima parlare con te. Spero che non ti sia impegnata con l'Arcangeli prima di avvertirmi. Ti prego di non cercare in nessun modo di forzare la mia volontà con fatti compiuti. Bada che sono deciso a tutto, anche a rifiutarmi di farmi visitare e anche a non andare al colloquio con te, se tu credessi di farmi deflettere. Non sono più in grado di sopportare una crisi come quella del settembre scorso. Cara Tatiana, io ti sono molto grato per tutto quello che hai fatto e continui a fare per me. Ma ci sono dei casi in cui spezzerei tutto, anche a costo di rovinarmi definitivamente. Ti prego di essere molto cauta in queste cose. Mi sono rimesso un po', ma sono ancora costretto a tirare avanti col bromuro e con una infinita pazienza. Che ha un limite fisiologico oltre che psicologico." vedi lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht del 26 dicembre 1932
A questa segue una breve rassicurazione di Tania, vedi lettera di Tania Schucht ad Antonio Gramsci del 30 dicembre 1932: "Desidero venire a trovarti presto, ma vengo sola e senza avere confabulato con nessuna autorità, né mi sono consigliata con nessuno, né ti voglio condurre nessun professore".
G. risponde a giro di posta in toni solo leggermente più concilianti: "Sono contento delle tue rassicurazioni a proposito del prof. Arcangeli. Ti ho scritto in quel modo perché mi è stato comunicato che la tua istanza è stata accolta favorevolmente, cioè è stato concesso che il prof. Arcangeli venga a visitarmi. Poiché la stessa comunicazione deve esserti stata fatta da qualche tempo [...] e tu non me ne hai mai accennato, mi è venuta una certa smania e il dubbio che tu volessi farmi una sorpresa che sarebbe stata molto sgradita." e in un p.s. "A proposito del prof. Arcangeli voglio che tu ti persuada che io non escludo (anzi) una sua visita, ma che solo desidero scegliere io il momento più opportuno e utile. Perciò informami esattamente della risposta data alla tua istanza.", vedi lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht del 2 gennaio 1933;
Vedi anche la lettera di Piero Sraffa a Tania Schucht del 5 gennaio 1933 con il rimprovero di non essere andata a Turi per tutto il 1932 -"adesso ci rendiamo conto di quale disastro sia stato"-; la lettera risponde a due lettere di Tania (non pervenute, vedi nota editoriale di Gerratana) che deve averlo avvertito della censura subita da parte di Gramsci. Nel corso dell'anno Tania era stata sollecitata a visitare G. più volte da Sraffa, e G. stesso l'aveva invitata a ''fare un viaggio a Turi per esporti un mio progetto'', vedi lettera di Antonio Gramsci a Giulia Schucht del 28 novembre 1932. Su quale progetto G. avesse in mente vedi dopo.
Ulteriore, più risentita e in parte confusa risposta di Tania nella lettera di Tania Schucht ad Antonio Gramsci del 7 gennaio 1933. Alla fine G. conclude lo scambio con toni concilianti, assumendo di essere stato informato meglio della cognata: "come avrai capito dalla precedente lettera, la tua istanza del 15 settembre ha fatto regolarmente la sua strada. Essa è stata esaminata molto per tempo, poiché già nel mese di ottobre io ero stato visitato dal sanitario del carcere che doveva dare il suo parere (cosí almeno credo), ed ultimamente la pratica ha avuto un termine, perché mi è stato comunicato che l'istanza era stata accolta favorevolmente. Poiché la comunicazione mi è stata fatta con un certo ritardo, io pensavo che tu fossi già stata informata, poiché l'istanza era mossa da te. Quindi quella certa preoccupazione. In ogni modo tutto ciò ti avrebbe dovuto dimostrare che la tua fretta inconsiderata non serviva a nulla, ma aveva solo il risultato di mettere me nell'imbarazzo e in una falsa posizione.", vedi lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht del 9 gennaio 1933
Dopo, e forse in seguito a, questo scambio, Tania si decide a visitare G. a Turi, vedi lettera di Tania a G. del 9 gennaio 1933 e lettera del 13 gennaio 1933. L'incontro a Turi con G. fu poi il 15 gennaio 1933, e G. scriverà alla moglie "non ci vedevamo da due anni e mezzo" vedi lettera di Antonio Gramsci a Giulia Schucht del 16 gennaio 1933. Elementi di tensione con Tania permangono in questo periodo, come mostra il tono estremamente irritato di una risposta di G., vedi lettera di Antonio Gramsci a Giulia Schucht del 30 gennaio 1933, peraltro significativa per il tema incidentalmente trattato con un ricordo di degrado e atavica ignoranza nel maltrattamento di un disabile.
Febbraio-Marzo 1933. Corrispondenza Sraffa, Tania, Gramsci sul computo della pena residua e sul «tentativo grande»
Nel corso del febbraio 1933, Sraffa e G., per il tramite di Tania, corrispondono su come calcolare la pena residua di G. alla luce del provvedimento di amnistia e indulto emanato per il decennale della Marcia su Roma, in particolare vedi la lettera di Piero Sraffa a Tania Schucht, del 7 febbraio 1933 con bozza di lettera da inviare a G., e poi tutto lo scambio epistolare fino alla lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht, del 20 febbraio 1933. Si veda anche la lunga relazione di Tania a Sraffa dell'11 febbraio 1933 con un resoconto dettagliato della visita a Turi, delle condizioni psico-fisiche di G. e del contenuto dei colloqui. Intrecciate a quelle circa il computo della pena residua, sono di questo periodo -tra febbraio e aprile 1933- le missive da cui si può ricostruire il tentativo di G., dimostratosi nel giro di meno di alcuni mesi del tutto vano, di tentare nuovamente di organizzare tra Italia e URSS uno scambio tra lui e altra persona, e in subordine di ottenere la libertà condizionale (che scambio e libertà condizionale, che fu concessa nell'ottobre del 1934, siano obiettivi uno in subordine dell'altro suggerisce che furono parte di una unica trattativa, con gli stessi referenti, un suggerimento da investigare meglio in un altro post). La presentazione più ampia del piano di G. sembra sia in una lettera di Tatiana Schucht a Giulia Schucht, del 9 febbraio 1933, purtroppo ancora inedita, e poi in una lettera di Tania Schucht a Piero Sraffa, del 11 febbraio 1933. Nella relazione sopra indicato la richiesta di G. a Sraffa di contattare due esponenti della diplomazia sovietica, tali Makar e Kerzencev (Update 18/3/2021, mia ignoranza, leggo in un articolo di Liguori che Kerzencev fu ambasciatore sovietico in Italia nel 1926, e la persona che aveva annunciato a Stalin la lettera di G. del 1926 sulle lotte nel gruppo bolscevico, secondo Liguori presentandola come di sostegno a Stalin. Non so quale fosse il ruolo di Kerzencev a questa data, e non ho ancora trovato notizie su Makar). In questi testi anche la chiara richiesta di tenere all'oscuro del suo piano gli italiani. La lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht, del 27 febbraio 1933 è quella molto discussa dalla storiografia in cui G. ritorna alla lettera ricevuta da Grieco e afferma di aver subito la condanna da un tribunale più grande (del tribunale speciale italiano). Importante la lettera di Tania Schucht a Piero Sraffa, del 5 marzo 1933 dove Tania riporta considerazioni di G. sulla nuova situazione internazionale, con un commento su un possibile avvicinamento tra Italia e URSS, e la raccomandazione di ricercare il ruolo di intermediario del Vaticano.
Crisi allucinatoria, visita Arcangeli, pubblicazione referto Arcangeli
Il 27 febbraio 1933 Sraffa scrive a Tania insistendo perché insista con G. di ricevere la visita di Arcangeli, vedi la lettera di Piero Sraffa a Tania Schucht, del 27 febbraio 1933, invito ripetuto nella lettera di Piero Sraffa a Tania Schucht, del 13 marzo 1933. Da una lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht, del 6 marzo 1933 -quella in cui si paragona a un naufrago che piano piano si muta in ciò che non credeva di poter diventare: un cannibale- risulta evidente una qualche contrarietà di G. alla visita, benché nella lettera alla fine la accetti, pur frapponendo alcune cautele e distinguo. Le preoccupazioni di Sraffa erano fondate, perché G. avrà una grave collasso psico-fisico il 7 marzo, di cui la stessa Tania verrà informata solo un paio di settimane dopo - vedi lettera di Tania Schucht a Piero Sraffa del 18 marzo 1933. Finalmente Arcangeli raggiunge Turi e visita G. il 20 marzo, il referto sarà preoccupato e preoccupante, vedi anche la descrizione della crisi e del suo stato di salute da parte di G. stesso in lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht, del 14 marzo 1933 e rispettivamente lettera di Antonio Gramsci a Tania Schucht, del 21 marzo 1933. Il seguente 25 marzo, tornata a Roma, Tania presenta istanza di libertà condizionale e in subordine di trasferimento in clinica privata, vedi la nota redazionale di Aldo Natoli e Chiara Daniele alla lettera di Tania Schucht a Antonio Gramsci, del 21 marzo 1933. Il referto di Arcangeli fu trasmesso a Parigi e reso pubblico su il giornale dei comunisti francesi L'Humanité l'8 maggio 1933, con articoli anche il 9 e l'11. La pubblicazione viene plausibilmente considerata come aver reso più difficile la concessione della libertà condizionale da parte delle autorità (fasciste) italiane, e fu allora così considerata dal padre di Sraffa (vedi altro post con i documeti circa la pubblicazione). Nel maggio del 1933 G. scrive due lettere estremamente scorate -e aspramente critiche di Tania- sulla propria situazione, apparentemente anche in reazione a una lettera non pervenuta della moglie dal tono giudicato sconsideratamente «ottimistico». La reazione di G. può essere spiegata come plausibile reazione alle sorelle Schucht, e suggerisce che G. abbia pensato che la pubblicazione del referto Arcangeli fosse dovuta a un qualche loro superficiale e non «preciso» comportamento, vedi le lettere di Antonio Gramsci a Tania Schucht, del 16 maggio 1933 e di Antonio Gramsci a Tania Schucht, del 29 maggio 1933.
Ulteriori difficoltà, e trasferimento a Formia.
(per i mesi da aprile a luglio del 1933, le lettere di Sraffa a Tania sembra siano andate in gran parte perse (o saranno state consegnate da Tania a qualcuno?), mentre quelle di Tania a Sraffa sono presenti nelle Carte Sraffa).
La corrispondenza della primavera ed estate 1933 è principalmente su questioni che avrebbero potuto non far accogliere le richieste di libertà condizionata e/o il trasferimento in clinica. A seguito dell'istanza, G. riceve la visita di un ispettore, tale Saporito tra il 19 e 20 aprile 1933, e Tania si preoccupa prima di capire se vi sia un modo di avvicinarlo, poi di capire alcune sue osservazioni, per esempio che avendo nella istanza mancato di specificare che la richiesta fosse per un ricovero 'temporaneo' quella potesse essere rifiutata in quanto interpretabile come una commutazione di pena, vedi la lettera di Tania Schucht a Piero Sraffa, del 31 maggio 1933. Nel Luglio Sraffa scrive ripetutamente consigliando come e quando proporre un esposto, apparentemente cercando di convincere G. di scrivere personalmente anche a Mussolini, o almeno a Novelli (Direttore istituti di pena), senza riuscirci, vedi le lettere a Tania del 6, 13, 16, e 18 luglio 1933, e poi anche le brevi del 9, 13 e del 15 settembre 1933. L'esposto, in due successive versioni, sarà firmato dal fratello Carlo, vedi la lettera di Tatiana Schucht a Piero Sraffa, del 27 settembre 1933. La decisione di concedere il trasferimento è del 11 ottobre 1933, viene comunicata al fratello Carlo, e quindi segue uno frenetico scambio -tra tutti le persone vicine a G., inclusa la moglie a Mosca- di brevi lettere di annuncio e su questioni organizzative circa la traduzione, i beni personali da trasferire, il pagamento della retta della clinica, ecc; non senza ulteriori contrattempi, alcuni dati anche dalle ansiose preoccupazioni di G. stesso. Il 19 novembre 1933 G. è trasferito alla infermeria del carcere di Civitavecchia, e poi il 7 dicembre 1933 finalmente alla clinica Cusumano di Formia.
Come commentare?
Vediamo innanzitutto gli aspetti di questi eventi che domandano una qualche spiegazione.
La circostanza che Tania eviti di visitare G. a Turi per tutto il 1932, nonostante sia invitata a farlo da Sraffa, e da G. stessa, richiede una spiegazione. Tania fu sicuramente nelle condizioni - di salute, economiche e sociali - di visitare Turi nel 1932, non furono quindi problemi strettamente personali. Inoltre, si può inoltre plausibilmente assumere che Tania non avesse la personalità e/o il ruolo e/o gli strumenti per muoversi con piena autonomia decisionale. Ed è quindi da individuare chi ne influenzasse, o dirigesse, le iniziative, comprese le visite a Turi. L'evidenza che in questo 1932 non abbia seguito gli inviti di Sraffa, né di G. stesso, corrobora l'ipotesi che Tania seguisse quelli di altri, e gli unici altri plausibili sono il personale dell'Ambasciata sovietica in Roma, dove Tania lavorava. Sul ruolo dell'Ambasciata sovietica in Roma nelle vicende della prigionia di G. -e come Tania dipendesse dal personale dell'Ambasciata, e da chi in particolare- sarebbe utile dedicare un articolo a parte. Possiamo però plausibilmente asserire che, per tutto il 1932, l'Ambasciata sovietica a Roma sconsigliò, o impedì, a Tania di visitare G. a Turi. La domanda è: perché? Sarebbe da valutare se i rinvii di Tania furono in attesa che si concludesse in URSS la chistka del 1933, e quale ruolo ebbe il cambio di rappresentante diplomatico sovietico a Roma, da Kurskij a Pötemkin, nell'ottobre 1932.
Tra il febbraio e il marzo 1933 l’Ufficio Politico del PCdI, a Parigi, elabora e diffonde delle direttive su i comportamenti da tenere da parte dei militanti detenuti nella carceri italiane (il testo delle direttive nell’archivio del PCdI al RGASPI di Mosca, fascicolo 513-1-1128, in copia digitale al FIG, Roma). A una prima lettura, il percorso che porterà G. al trasferimento a Formia è conforme a quelle direttive, direttive che potrebbero essere state formulate anche pensando a G.. Sempre dello stesso periodo è il rapporto Athos Lisa sulla situazione interna a Turi, presente in due versioni, forse fatto riscrivere - da Togliatti in persona - per evitare fraintendimenti dannosi per G. (vedi nel fascicolo 513-1-1123, il verbale dell’Ufficio Politico del 7 marzo 1933, e il breve ma chiaro intervento di Ercoli).
Lo stato di salute di G. era sicuramente minato, e peggiorò nel corso del 1932: su questo non ci sono dubbi e non sembra vi sia alcuna evidenza che possa suggerire che G., o chi per lui, enfatizzò la gravità del suo stato di salute per ottenere qualche beneficio. Piuttosto, dalla lettura della corrispondenza, appare che G. mostrò come minimo di essere contrariato dalle preoccupazioni circa la sua salute, e quasi osteggiò la visita di Arcangeli. Le due lettere difficili da interpretare in tutti i loro possibili sottointesi, e in parte ambigue -quella di minaccia di separazione della moglie e quella in cui ricorda l’episodio della lettera a firma Grieco, ricevuta mentre in attesa del processo e giudicata «criminale»- esprimono come minimo una profonda esasperazione.
I nomi indicati a Tania di personale diplomatico sovietico da contattare, e le considerazioni su un interesse Vaticano a favore di un tentativo di trattativa appaiono, nel 1932, del tutto velletarie; G. avrà sicuramente in mente le mosse a suo favore da parte della diplomazia sovietica della fine del 1927 (e forse idee errate sul perché allora la trattativa fallì), ma non sembra rendersi conto che nel 1932 la situazione è del tutto diversa; oppure - se invece se ne rese conto - si deve capire cosa G. tentò di comunicare con quelle richieste e considerazioni.
Una ipotesi mi sembra plausibile. Esclusa ogni possibilità di uno scambio di G. e/o di un provvedimento di immediata libertà, che nessun attore presente (la dirigenza sovietica, l’antifascismo esule, il PCdI, altri?) era in grado di elaborare e/o imporre -e comunque Mussolini non ne aveva alcun volontà e interesse-, la via medica fu quella intorno alla quale si ebbe una qualche (tacita?) trattativa. Il giro giudiziario che poteva attivare la famiglia Sraffa, Togliatti da Mosca, il centro estero del PCdI a Parigi, e forse -sopratutto?- la rappresentanza diplomatica Sovietica a Roma videro nel trasferimento in casa di cura il massimo che si potesse ottenere, e in effetti ciò fu ottenuto, peraltro con una certa lentezza. Da capire come G., e il piccolo cerchio di aiuto, partecipò alle varie decisioni che portarono al trasferimento a Formia. In parte G. forse si illuse di ottenere di più, forse fu contrariato da qualcosa o da qualcuno. Nella seconda metà del 1932 ebbe manifeste difficoltà ad accettare la situazione in cui si trovava, e si potrebbe forse dire che la sua contrarietà aggravò la realtà della sua infermità, fino alla crisi del marzo 1933.
Ci si può domandare: vittoria o sconfitta? il trasferimento dalla casa penale per minorati psichici e fisici di Turi alla casa di cura Cusumano di Formia fu una vittoria o una sconfitta per Gramsci?
(UPDATE) Una migliore, ma assolutamente non conclusiva, disamina delle circostanze degli ultimi anni della vita di Gramsci nel mio articolo su Gramsci, Bordiga, Cusumano.